Maledizioni inquietanti

In tutte le culture, dalle più antiche alle più moderne, si è sempre discusso molto di superstizioni come il malocchio o le maledizioni. Una maledizione, una fattura oppure un malocchio sono l'augurio di sfortuna con varie conseguenze, dal dolore alla malattia fino a provocare perfino la morte. Queste disgrazie possono essere legate ad oggetti fisicamente presenti oppure a condizioni. Indipendentemente dal fatto che si tratti di leggende oppure di verità, la storia è ricca di fatti inspiegabili che hanno fatto nascere nella collettività l'inquietudine di fronte a questi argomenti.

Tra le più famose, tutti abbiamo sicuramente sentito parlare della Maledizione di Tutankhamon, che ha colpito coloro che hanno partecipato alla ricerca ed alla scoperta della tomba del faraone.
La scoperta risale al 1922 grazie a Lord Carnarvon, che fu infatti il primo ad alimentare la leggenda della maledizione in quanto, pochi mesi dopo, venne costretto a letto da una fortissima febbre che si trasformò in una polmonite la quale portò, dopo una lunga agonia, alla sua morte. Infatti tutte le testate giornalistiche iniziarono a formulare varie ipotesi, superstizioni che alimentarono negli anni a venire vari best-seller e racconti. Ma la realtà dei fatti è ben lontana, infatti solo il finanziatore muore in un periodo temporale “riconducibile” alla scoperta, il resto dei partecipanti muoiono in media a più di 24 anni dall'apertura del sepolcro.

Dopo 600 anni dalla sua morte, Tamerlano, condottiero dell'Asia centrale, affascina e terrorizza allo stesso tempo ancora oggi il mondo intero.
- Quando mi risveglierò dalla morte, la terra tremerà - queste sono parole con le quali Tamerlano maledice chiunque osi disturbarlo dal sonno eterno. Uno dei personaggi più illustri che ha tentato di aprire la sua tomba fu Shah Nadir, fondatore della dinastia persiana degli Afsharidi, imperatore che respinse i Russi, sottomise gli Afghani, sconfisse molte tribù dell'Asia, arrivando sino a Delhi. Ma appena la sua ossessione di conquista lo portò alla tomba maledetta, nel suo regno ci fu un improvviso imperversare di rivolte, che portarono infine alla sua morte, inflitta dal suo stesso capo delle guardie.
Ma la funesta fama della quale gode la tomba del conquistatore mongolo è esplosa quando Stalin, nel 1941 decise di riesumare il corpo di Tamerlano.

All'interno trovarono una seconda frase - chiunque aprirà questa tomba sguinzaglierà un invasore ancor più terribile di me -
Tre giorni dopo, Hitler, senza alcuna dichiarazione di guerra, invase l'Unione Sovietica con la conseguente morte di 7,5 milioni di russi. In seguito a tutto questo, Stalin ordinò che il corpo venisse riportato a Samarcanda e venisse nuovamente sepolto secondo il rito mussulmano. L'avanzata tedesca si fermò.
Da allora nessuno ebbe più il coraggio di disturbare il sonno di Tamerlano.


Venticinque anni fa, il 19 settembre 1991,venne trovato un corpo mummificato nei pressi del ghiacciaio del Similaun, al confine tra Italia e Austria.
La mummia, conosciuta come Ötzi, nome derivato dalle Alpi di Ötztal dove fu ritrovata, venne identificata con quella di un uomo vissuto nell’Età del Rame (tra 5100 e 5300 anni fa). Ötzi è stato particolarmente interessante fin da subito per i suoi più di 50 tatuaggi, i più antichi mai ritrovato. Ma la sua fama è accresciuta in seguito al numero di morti strane e misteriose che l'hanno portata ad essere etichettata come “mummia maledetta”. Sembra che le vittime siano 8, per cause svariate come incidenti automobilistici, incidenti sciistici, tumore al cervello, complicazioni durante un intervento, patologie del sangue.
 La cosa certa è che Ötzi ogni anno attira quasi 250.000 curiosi che a questa maledizione non credono affatto.


La bellezza del diamante Hope è paragonabile solo alla sua fama di essere portatore di morte e sfortuna. 
Il numero di persone giunte ad una fine tragica dopo essere entrati in possesso del famoso diamante blu non lascia spazio a dubbi. Si dice che un mercante lo rubò dall'occhio della statua della dea guerriera Durga, la quale sconfisse il demone che scatenò un regno di terrore sulla terra, in cielo e negli inferi.



Il numero di morti connesse al diamante sono circa 20, tra cui Luixi XIV morto per cancrena al piede, Luigi XV deceduto per vaiolo, Principessa Maria Luisa che lo indossava regolarmente prima della morte violenta durante le stragi del 1792, quando fu violentata e picchiata a morte. I proprietari successivi furono Luigi XVI e Maria Antonietta, entrambi ghigliottinati. Caterina la Grande di Russia ne entrò in possesso appena prima di morire per apoplessia. Successivamente arrivò al sultano Abdul Hamid, che un anno dopo impazzi, finendo i suoi giorni in miseria. Tra gli ultimi possessori del maledetto diamante fu Pierre Cartier, il quale lo vendette all'ereditiera MacLean.
Anche lei venne colpita dalla sciagura, perse i suoi due figli e alla sua morte gli eredi vendettero tutti i suoi gioielli. Fu Harry Winston a comprare il diamante Hope e dopo diverse esibizioni per mostrarne la bellezza, decise di donarlo al Smithsonian Institute di Washington, dove si può ammirare ancora oggi.
Se è vero che i cristalli sono in grado di assorbire le energie, allora Hope è una prova inconfutabile di questa teoria. 


Tra il 1953 e il 1957 la casa automobilistica Porsche presentò il prototipo della 550 Spyder, un gioiellino dall’aspetto snello, elegante, pensato per le gare stradali. 
 James Dean acquistò uno dei 90 modelli prodotti e la ribattezzò "Little Bastard" (piccola bastarda). Decise di affidarla al meccanico George Barris per farla modificare. Da qui inizia la lunga scia di morte della Little Bastard. 
 Nove giorni dopo averla ritirata, Dean muore con il petto squarciato dal piantone dello sterzo sulla Route 466, dando inizio alla leggenda dell'auto assassina. 

In seguito, Barris comprò quello che restava dell'auto, ma mentre veniva caricata sul carro-attrezzi, i sostegni si staccarono, spezzando un'anca e una gamba ad uno dei meccanici presenti.
Pezzi della Little Bastard finirono sul mercato, mentre telaio e carrozzeria rimasero nel garage di Barris. Il motore fu acquistato da un dottore il quale, mentre correva in una piccola manifestazione, perse il controllo dell'autovettura, investendo e uccidendo uno dei giudici di gara.
Un pilota, usando le gomme, finì fuori strada rompendosi un braccio, mentre un suo collega, montati i semiassi posteriori ebbe un incidente in seguito al quale rimase paralizzato dalla vita in giù.
Nel frattempo, un adolescente cercò di rubare qualche pezzo della Piccola Bastarda dal garage di Barris, ma finì per tagliarsi con un pezzo di lamiera a tal punto che i medici dovettero amputargli il braccio. Dopo questo Barris decise di utilizzare ciò che restava della macchina in una campagna di sensibilizzazione contro l'alta velocità, ma la scia di sangue continua. Durante un trasferimento dell'auto, il camion che la trasportava viene implicato in un incidente, che fa aprire i portelloni e scivolare fuori la macchina che centra ed uccide il guidatore della terza auto.
Giunta a destinazione, il freno a mano del camion si rompe, fermando la sua corsa dentro un negozio.
L'ultimo incidente accade quando i sostegni della pedana, nonostante i mille controlli da parte degli addetti, crollando. A questo punto, gli 11 pezzi della Little Bastard vengono caricati su un treno e rispediti verso il garage di Barris, ma giunto a destinazione, della 550 Spyder non c'era traccia. Di fatto l'auto è sparita nel nulla e da allora non si ebbero più notizie.


I più grandi talenti della musica, accomunati dal dato inquietante di una morte prematura all’età di 27 anni, sono stati inseriti in quello che risulta essere il circolo esclusivo più tragico: Club 27.

 La maledizione che ci ha privato di oltre cinquanta artisti è iniziata con Brian Jones, fondatore dei Rolling Stones, morto affogato. Continua con Jimi Hendrix, chitarrista dal talento indiscutibile, morto anche lui a soli 27 anni. E poi  Jim Morrison, anche lui morto a 27 anni a causa di un attacco cardiaco, forse dovuto ad abuso di farmaci. La maledizione sembra aver colpito anche Kurt Cobain, fondatore e leader dei Nirvana, che si è suicidato a 27 anni. Ultima appartenente a questo triste club è l’indimenticabile Amy Jade Winehouse, deceduta a 27 anni a causa di un abuso di sostanze stupefacenti.

Si sa che tutti questi artisti condussero una vita piuttosto travagliata, ed i loro decessi furono circondati da un alone di mistero. Ma allo stesso tempo sono diventati immortali, non invecchieranno mai, non si ammaleranno e non perderanno le loro forze. Saranno per sempre giovani, come degli dei.


Nel 1906 Robert Eugene Otto, all'età di soli 5 anni, ricevette in regalo, da un servitore di origini africane, una bambola di pezza a grandezza naturale, somigliante ad un ufficiale della marina americana.

Secondo la leggenda, tale servitore era un praticante della magia nera e di rituali voodoo, infatti il bambolotto, omonimo del suo piccolo padrone, diede via a numerosi episodi inquietanti. D'altronde la famiglia Otto era nota per la sua severità nei confronti della servitù, di conseguenza il servo avrebbe maledetto la bambola per vendicarsi.
I genitori erano convinti che bambola parlasse ed i vicini sostenevano di averla vista addirittura muoversi durante la loro assenza, notando i suoi movimenti da una finestra della casa.

Robert Eugene era però ossessionato dalla bambola, al punto che da adulto, dopo essersi sposato con sua moglie Anne, fece allestire nell’abitazione di famiglia un’intera stanza per il piccolo Robert con tanto di mobili in miniatura. Dopo la morte di Robert, la moglie rinchiuse la bambola in soffitta e mise in vendita la casa, disperata dopo anni di continui dispetti a suo dire da parte del piccolo Robert. La figlia dei nuovi proprietari della casa racconta di essere stata attaccata una notte dalla bambola nel tentativo di assassinarla. La casa è stata venduta molte volte  fino a diventare un museo, chiamato East Fort Martello Museum. Oggi la bambola si trova ancora nella casa, in esposizione in una tecca di vetro ed è diventata la maggiore attrazione della città.
Secondo le varie testimonianze dei visitatori, i poteri paranormali della bambola non sono mai spariti, tanto che se si vuole fare una foto alla bambola, prima le si deve chiedere educatamente il permesso. In caso contrario, la fotografia non sarà visibile e l'attrezzatura potrebbe danneggiarsi, come è successo anche ad alcune troupe televisive. E guai a scherzare su di lui: pare che la maledizione della bambola colpisca chiunque non mostri il giusto rispetto nei suoi confronti. A queste persone sono capitati incidenti, disgrazie, tanto da portarli a chiedere scusa a Robert per averlo deriso. Ci sono numerose lettere esposte sulla parete del museo da parte di persone che chiedono perdono a Robert e di essere liberati la maledizione.
Magari, per farvelo amico prima di visitarlo, potreste prima aggiungerlo come amico su facebook e scambiarci due chiacchiere oppure almeno visitare il suo blog Robert The Doll... 


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