Serial Killer Italiani - Il Mostro di Firenze




Il Serial Killer - assassino seriale - è tecnicamente una persona che compie due o più omicidi con un modus operandi caratteristico in un arco di tempo, intervallato da periodi di "raffreddamento" durante i quali conduce una vita sostanzialmente "normale".





Le motivazioni psicologiche dell'assassino seriale possono essere estremamente diverse, spesso troviamo una sensazione di inadeguatezza e un basso livello di autostima, talvolta traumi infantili come umiliazioni, bullismo, abusi sessuali oppure una condizione socio-economica particolarmente deprimente. Molti assassini seriali hanno disfunzioni di fondo, anche se è impossibile sapere esattamente cosa sia successo durante l'infanzia di ognuno, molti cercano infatti di catturare la compassione delle altre persone dicendo loro ciò che vorrebbero sentirsi dire.

Certamente è più "comodo" pensare che il "mostro" sia quello che è a causa di un evento, piuttosto che accettare il fatto che il male faccia parte dell'umanità.  L'idea dell'assassino seriale è così lontana dalla nostra cultura che ancora oggi non esiste un termine italiano per definire il "serial killer", infatti viene usato il termine anglosassone per rendere il concetto. Nonostante la cronaca ha riportato più volte crimini seriali, spesso queste informazioni rimasero sepolte a livello locale, infatti fino all'inizio degli anni '80 ci ritenevamo immuni a questa forma di patologia criminale. Purtroppo il cosiddetto "Mostro di Firenze"
 ci ha violentemente risvegliato da questa illusione.


 Mostro di Firenze è il nome definito dai media italiani per riferirsi all'autore o agli autori di una serie di otto duplici omicidi avvenuti fra il 1968 e il 1985 nella provincia di Firenze. Fu il primo caso di omicidi seriali riconosciuto in Italia, pertanto fece molto scalpore.
Il modus operandi dell'omicida aveva come costante i mezzi usati e le medesime circostanze di tempo e luogo: l'assassinio di coppie di amanti sorprese nell’intimità in luoghi isolati all'interno dell'auto, uccise a colpi di pistola. Il serial killer sparava prima alla vittima maschile poi alla donna, la quale veniva poi mutilata con un coltello. In quattro degli otto duplici omicidi l'assassino ha esportato il pube delle donne uccise.



Nel caso di Stefania Pettini dopo averne disteso il corpo dietro l'auto, l'assassino continua a colpirla per altre 96 volte, colpendo anche il seno ed il pube. Successivamente l'omicida penetra la vagina della ragazza con un tralcio di vite. Nel caso dell'ultimo duplice omicidio un brandello del seno della ragazza viene spedito alla Procura della Repubblica di Firenze in una busta anonima con l'indirizzo composto da lettere di giornali ritagliate.



L'inchiesta della Procura di Firenze ha portato alla condanna in via definitiva di due uomini identificati come autori materiali di 4 duplici omicidi, i cosiddetti "compagni di merende": Mario Vanni e Giancarlo Lotti, mentre il terzo, Pietro Pacciani, condannato in primo grado a più ergastoli per 7 degli 8 duplici omicidi e successivamente assolto in appello, è morto prima di essere sottoposto ad un nuovo processo.



Gli indizi che portarono alla condanna di Pacciani erano vari: scriveva la parola Repubblica con una sola B (come scritto nella busta col lembo di seno inviata dal killer nel 1985), possedeva giornali e riviste che parlavano dei delitti del Mostro di Firenze e foto con pubi segnati a matita ed aveva scritto su un foglio un numero di targa di un'auto appartenente ad una coppia che si appartava nel luogo del delitto del 1985.



Inoltre all'età di 26 anni sorprese l'allora fidanzata (appena quindicenne) in atteggiamenti intimi con un altro uomo. Preso dalla gelosia, uccise a coltellate il rivale costringendo poi la ragazza ad avere un rapporto sessuale proprio accanto al cadavere. Arrestato e processato, dichiarerà d'essere stato accecato dal furore avendo visto la fidanzata denudarsi il seno sinistro. Sconta 13 anni di carcere.
L'uomo risulta essere collerico, depravato e brutale indipendentemente dalle accuse riguardanti i delitti del Mostro di Firenze. La sua indole violenta si riversò negli anni sulla moglie, una donna semi-inferma di mente (bastonata e costretta a rapporti sessuali), e sulle loro due figlie, tenute segregate in casa, nutrite con cibo per cani, picchiate, violentate con falli artificiali e zucchine, costrette a visionare foto pornografiche del padre; le due figlie se ne andarono di casa non appena diventarono maggiorenni e poco dopo lo denunciarono per stupro. Sconta 4 anni di carcere.
Pacciani viene arrestato con l'accusa di omicidio delle otto coppie il 17 gennaio 1993. Il 13 febbraio 1996 è assolto e viene dunque scarcerato. A dicembre dello stesso anno la Cassazione annulla l'assoluzione e dispone un nuovo processo d'appello che Pacciani non potrà subire a causa della sua improvvisa e sospetta morte nel 1998. Venne ritrovato con i pantaloni abbassati e l'esame tossicologico rivelo tracce di un farmaco antiasmatico.



Senza dubbio quella del Mostro di Firenze è stata la vicenda di cronaca nera più discussa d'Italia, a tal punto da istituire nel 1984 una squadra speciale per indagare sugli omicidi chiamata SAM - Squadra Anti Mostro. Nonostante tutto, ancora oggi non abbiamo un nome certo e nemmeno un movente.



In seguito ad un'accurata analisi di alcuni segnali inquietanti e messaggi trasversali si potrebbe ipotizzare che ci sia un collegamento con l'Ordine della Rosa Rossa, l'organizzazione esoterica più potente al mondo.
Nel 1600 per la prima volta esce allo scoperto un'organizzazione autonoma chiamata Rosacroce, i primi manifesti Rosacrociani vennero pubblicati in Germania e sostanzialmente annunciavano al mondo la loro esistenza ed invitavano coloro che erano interessati ad unirsi alla loro confraternita a manifestare l'intenzione. I membri originali di Rosacroce sostenevano di avere il dono dell'invisibilità e di conoscere ogni lingua del mondo. Si presentarono con un piano di riforma universale, politica, religiosa ed artistica il cui fine è il miglioramento del mondo intero. Alcune delle regole base erano curare i malati senza compenso, adattarsi agli usi e costumi del paese in cui si trovavano, adottare la sigla RC per le asscociazioni future - ovviamente la Rosa Rossa userà la sigla RR.
Il loro simbolo è una rosa rossa, incastonata su una croce d’oro. Sotto alla Croce compare un pellicano che dà da mangiare ai suoi piccoli.



La loro sapienza prende spunti dalla tradizione Cristiana, ma allo stesso tempo anche dalla Cabala, dall'Alchimia, dai Tarocchi e dalle dottrine orientali induiste e buddiste.  La loro sapienza è difficilmente eguagliabile, non a caso le persone più influenti e geniali di tutti i tempi furono Rosacroce come Dante, a Paracelso, Leonardo, Comenio, Galileo, Bacone, Shakespeare, Leibniz, Cartesio, ecc..
Abbiamo appena nominato Dante, nato appunto a Firenze, luogo considerato fortemente esoterico, uno dei padri fondatori dell'ordine, colui che sembra aver ispirato molti dei delitti attribuiti alla Rosa Rossa. Potrebbe quindi non essere un caso che i delitti con un maggior rilievo mediatico siano stati commessi proprio nelle città' simbolo dell'organizzazione, come in questo caso. Si pensa che il rilievo mediatico amplifichi il significato esoterico dell'omicidio e marchi un territorio sacralizzandolo e
 consacrandolo, accrescendo cosi la forza dell'organizzazione Rosa Rossa affinché gli effetti di questi riti vengano diffusi sulla popolazione. 


Gli inquirenti ipotizzarono infatti una struttura mandante dei delitti, ipotesi basata su vari elementi come dichiarazioni dell'imputato Lotti in sede processuale riguardanti un ignoto "dottore" che avrebbe comprato i feticci esportati dai corpi femminili, come il ritrovamento di simboli esoterici, una piramide tronca di granito colorato rinvenuta a pochi metri dal luogo del ritrovamenti dei copri di uno degli omicidi e tre cerchi di pietre, di cui due aperti ed uno chiuso, contenenti bacche, pelli di animali bruciate e croci di legno in occasione dell'ultimo assassinio della serie.




Inoltre negli anni dei delitti Pacciani entrò in possesso di grosse somme di denaro probabilmente ricavate dalla venditi dei feticci dai corpi mutilati.  


In ogni caso ci sono altre vicende che ci portano, fra tanti misteri, a rafforzare l'ipotesi di macabri rituali occulti.




C'è poi quella strana strage nella strage, tanti morti sospette in qualche modo collegate al Mostro. Una ragazza, dipendente dell'albergo dove la loggia massonica abituava riunirsi, dopo aver confidato al suo psicologo il coinvolgimento della Rosa Rossa nei delitti ed i nomi di alcune persone ritenute da lei i mandanti, venne trovata uccisi a colpi di coltello, varie coltellate talaltro al pube, ma il caso venne archiviato come suicidio. Anche lo psicologo verrà trovato impiccato al parapetto della sua casa di campagna ed anche questo caso stranamente sarà dichiarato come suicidio. 
Uno dei testimoni che aveva visto una delle coppie uccise poche ore prima della loro morte muore inspiegabilmente di un infarto poco tempo dopo.
Un fruttivendolo che frequentava le zone dove sono avvenuti gli omicidi scompare nel nulla nel 1994. Il caso viene archiviato come omicidio di mafia.
Tre prostitute che sembra avessero avuto rapporti di vario tipo con l'indagati sono state trovate morte nello stesso periodo, una suicidatasi e le altre due accoltellate.
Un consulente informatico che sembra avesse fornito alla polizia informazioni riguardati i delitti venne ritrovato ucciso nel suo bagno, colpito ripetutamente con un portasciugamani. Dato che nella casa non compaiono segni di scasso venne ritenuto dalla polizia un omicidio gay.
Un operaio che aveva testimoniato al processo Pacciani muore in uno strano incedente stradale poco tempo dopo.
Tutte morti insolite, particolarmente violenti, che in qualche modo sono state archiviato velocemente senza indagini particolari, quasi come se si volesse insabbiare qualcosa.

Probabilmente non sapremo mai la verità riguardante il terribile segreto che si nasconde dietro a queste vicende, oltre 20 anni di indagini non hanno messo fine alla sofferenza dei cari e degli amici, permane quindi il dovere di fare luce su quanto accaduto.



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