Poveglia, L'isola dei morti
Poveglia è un'isola della Laguna Veneta con una superficie di 7.25 ettari, quindi abbastanza grande nel complesso lagunare. Era un centro florido sia dal punto di vista demografico sia economico in passato. La sua decadenza iniziò con il conflitto combattuto dalla Repubblica di Genova contro la Repubblica di Venezia tra il 1378 ed il 1381, quando si decise di evacuarne la popolazione a Venezia, usandola come avamposto militare. Da allora l'isola di Poveglia è rimasta inabitata ed ha assunto funzioni scomode e sconcertanti.
Nel 700 diventò un luogo di confinamento e d'isolamento per portatori di peste, il lazzaretto della Morte Nera. Le condizioni igieniche, il sovraffollamento, la promiscuità con il personale medico, che facilmente si ammalava a sua volta, portarono ad una morte lenta e conturbante migliaia di uomini, donne e bambini consumati dalla malattia. La testimonianza di questa sconvolgente realtà si trova ancora oggi nel terreno di Poveglia dove sono stati rinvenuti migliaia di corpi in fosse comuni.
Ma la lista degli orrori non finisce qui, nel 1922 venne costruito un edificio la cui funzione doveva essere di casa di riposo per gli anziani - ancora oggi negli archivi veneti risulta come "convalescenziario geriatrico". Per la sua realizzazione vennero utilizzate le strutture già esistenti ristrutturandole ed adattandole allo scopo. Tuttavia dalle rovine del luogo oggi si può accertare che realmente si trattava di una clinica per malati di mente. Reparto psichiatrico è ciò che troviamo inciso sulle pareti all'ingresso.
Inoltre risulta dalle Visite Pastorali nella diocesi di Venezia solo qualche nota riguardante " il centro sanitario riservato ai malati di mente nell'isola "del Lazzaretto Vecchio"" a Poveglia. Per quale motivo dunque nascondere la reale funzione di questo edificio? Secondo numerosi fonti in questo ospedale purtroppo vennero fatti diversi esperimenti pseudoscientifici terrificanti, che vanno dalla lobotomia, creando dei fori nel cranio ed estraendo parte dei lobi frontali, ad altre torture sadiche e primitive.
Nel 1930 il direttore dell'ospedale, medico solito ad eseguire questi test sui pazienti, in seguito ad un macabro esperimento, impazzì e si gettò dalla torre del manicomio. Secondo la testimonianza di un'infermiera, le anime dei malati intrappolate sull'isola lo accompagnarono nella torre che sovrasta il manicomio portandolo ad uccidersi. Mentre agonizzava in seguito alla caduta fu soffocato da una nebbia che lo circondò completamente per poi dissolversi con l'ultimo respiro del medico.
Dopo questo episodio l'ospedale venne completamente chiuso e l'isola abbandonata.
Ovviamente, dopo molti anni, queste storie incuriosirono tante persone, che decisero di visitare questo luogo di sofferenze e macabri eventi.
Affascinati dalla bellezza dell'isola, noncuranti dei racconti terrificanti delle persone in merito alle anime che sembrano ancora vagare alla ricerca di pace, benché l'isola sia in realtà chiusa ai turisti, una coppia abbiente riesce ad ottenere il permesso di comprare uno degli edifici da ristrutturare e farlo diventare una casa per le vacanze. Non si sa bene cosa sia successo, ma nella prima notte abbandonarono di colpo l'isola per l'ospedale più vicino. Sul volta della figlia c'era una lacerazione che ha richiesto ben 16 punti di sutura.
E’ di questi giorni la notizia, riportata dall’Ansa, dei cinque turisti americani che hanno raggiunto l'isola una sera con un taxi acqueo. Dopo essere rimasti da soli sul lembo di terra, in preda alla paura hanno iniziato a gridare a squarciagola. L'allarme è arrivato da una barca a vela che transitava nelle vicinanze, e poco dopo i cinque sono stati soccorsi dai pompieri, che li hanno portati a terra.
Precedentemente una persona si spinse fin dentro l’ospedale deserto, e rimase sconvolta sentendosi dire da una voce invisibile: “Vada subito via e non torni mai più”.
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